30° anniversario di Sacerdozio del nostro Parroco, don Totò Tundo

La visita del nostro Vescovo assume anche una particolare sfumatura e si colma ancora più di gioia perchè in concomitanza con il 30° anniversario Sacerdotale del nostro Parroco don Totò Tundo.
In questa occasione saranno distribuite delle figurine, in ricordo di questo dono speciale che è il sacerdozio per una comunità di cristiana. Di seguito la pubblichiamo per chi non è potuto essere presente alla celebrazione con la spiegazione che don Totò ha dato dell’immagine.

 

Lo scenario, per grandi linee,
allude ad un immenso “tau”, 
annuncio della croce, segno dei redenti, 
ma anche simbolo – sintesi della spiritualità francescana. 
Il sole, l’orizzonte e la strada, lo tracciano 
per significare il senso della vita e, nello stesso tempo, 
per indicare uno stile, 
uno modo di “essere in cammino”.

L’uomo, pellegrino, piccolo,
è solo
perché l’immagine non vuole essere riproduzione
delle tante relazioni esterne,
ma allegoria, racconto dell’esperienza interiore
che l’uomo vive quando si pone davanti a se stesso
e riscopre la sua pochezza.

La strada morde e fiacca la carne del pellegrino,
come la fatica di vivere genera disagio, vertigine,
sofferenza nel corpo e nello spirito. 

Nel cuore, l’icona di Cristo
che “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”,
per questo lava i piedi, umilmente,
ai discepoli che sarebbero rimasti nel mondo
ora che Lui sta per tornare al Padre.
Ci sorprende la “solitudine di Gesù” nel compiere questo gesto:
è Lui che si organizza in tutto;
non chiede l’aiuto dei servi,
ma agisce in prima persona
da quando si alza
fino a quando, dopo aver lavato i piedi a tutti i discepoli 

(Giuda e Pietro compresi) si mette a sedere.

Il sacerdote, in fondo, è anch’egli un pellegrino
che, percorrendo i tornanti e attraversando i tanti incroci della vita,
cammina verso una speranza più grande del suo orizzonte …
intorno alla mensa, nella preghiera,
magari dopo una giornata di fatica,
fa esperienza della tenerezza di Cristo
che si china su di lui e lo rincuora.

D’altro canto il sacerdote è anche segno di Cristo
quindi è chiamato a lavare i piedi
dei tanti pellegrini che incontra sulla sua strada,
è chiamato a curare, a fasciare amorevolmente
le piaghe fisiche e spirituali di ogni uomo
(Giuda e Pietro compresi)
che a lui si rivolge.

È chiamato a far brillare sul suo volto,
il sorriso e la carezza di Cristo servo,
perché il fratello, suo compagno di viaggio
non si lasci sopraffare dalla paura, dalla fatica,
ma proceda con passo umile, quanto determinato,
verso il Sole.

don Totò Tundo

 

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