SAN SEBASTIANO
MARTIRE

Il Santo Patrono di Racale

 

BIOGRAFIA

Secondo la leggenda il santo visse quando l'impero era guidato da Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell'esercito imperiale, fu il comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. Quando Diocleziano, che aveva in profondo odio i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano esclamò: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me.”; fu quindi da lui condannato a morte, trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio fu abbandonato perché i carnefici lo credettero morto, ma non lo era, e fu amorevolmente curato e riuscì a guarire. Cercando il martirio, sarebbe ritornato da Diocleziano per rimproverarlo e questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.

Sant'Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Informazioni e leggende sulla sua vita sono narrate nella Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine ed in particolare nella Passio Sancti Sebastiani ("Passione di San Sebastiano"), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo. Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio martyrum, il più antico calendario della Chiesa di Roma e risalente al 354.

Tuttavia le biografie e le leggende che lo narrano al servizio di Diocleziano a Roma o l'intervento di Ivo l'Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant'Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma.

Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce.
La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette "di San Sebastiano". San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio Romano sul versante orientale del palatino.


LA DEVOZIONE POPOLARE

Pochi sanno che se per svariate vicende la chiesa matrice di Racale non porta il titolo del Protettore del paese, San Sebastiano, tuttavia fino a circa due secoli fà è esistita una splendida chiesa dedicata a quel glorioso Martire.
Situata a ridosso delle mura del paese, nei pressi della attuale via Zara, era stata voluta e costruita dal popolo intorno alla metà del '500.
Spesso, in passato, Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste. Infatti è proprio per questo motivo che fu proclamato Protettore di Racale. Si narra che il popolo, ormai stremato dagli effetti che la peste stava avendo sulla popolazione, si affidò al santo. Miracolosamente la peste passò, e san Sebastiano fu molto venerato nel borgo racalino.
Attualmente, in Italia, è il santo patrono della polizia municipale. Oggi è anche invocato contro le epidemie in generale, insieme a san Rocco.
Il culto di san Sebastiano sembra essersi diffuso nel secolo XV proprio a causa di questa epidemia di peste che toccò diversi borghi dell'attuale diocesi di Nardò-Gallipoli, come Gallipoli, Galatone, Parabita, Copertino.
La festa religiosa, come da calendario liturgico, cade il 20 gennaio. La festa civile, come da tradizione, viene spostata quando il tempo può essere più benigno, e cade o nella quinta domenica di maggio o la prima del mese di giugno.
Presso la Parrocchia S. Giorgio M. è costituito un apposito comitato che si occupa di organizzare sia la festa liturgica, sia quella civile.


ICONOGRAFIA

Nella nostra parrocchia è presenta una statua di san Sebastiano, che risale agli inizi del sec. XVIII, scultura pregevole completamente in legno di stile veneziano con le frecce in argento.

Inoltre uno dei due altari laterali dell'attuale Chiesa Madre Santa Maria de Paradiso è dedicato al santo, con la presenza di una tela del sec. XVIII attribuita a Nicola Malinconico, presente anche in proporzioni maggiori, nella Concattedrale di Gallipoli, opera dello stesso autore. Coincidenza che fa pensare che la tela presente a Racale fosse una bozza di quella commissionata per la Concattedrale gallipolina

INNO A S. SEBASTIANO

Salve o martir glorioso di Cristo
della Patria campion valoroso
or con l'animo umil pietoso,
ricorriamo fidenti ai tuoi piè.
Benchè indegni del dolce Signore,
tu ci implori ogni grazia e favor. (per 3 volte)

Dai dolori, dai morbi ed affanni,
Tu ci salvi nel mar della vita,
e di Satana distruggi gli inganni
e ci porgi costante virtù.
Scendi dunque qual Angel di pace
con la face di fervido amor. (per 3 volte)

Sciogli o Racale devota
il bell'inno dell'amore
al tuo amato protettore
Sebastiano con gran fede
e quest'inno dell'amore
grato giunga innanzi a Te.