Natale dritto e rovescio

di don Totò Tundo
Il pensiero natalizio che il nostro parroco ha offerto alla Comunità durante la Santa Notte di Natale.

 

… poi arriva il momento di collocare i pupi, 
in proporzione, 
più o meno vicini alla grotta …
c’è la massaia che porta le uova o le galline, 
c’è chi porta il pesce, la frutta …
si porta di tutto a Gesù bambino 
e nessuno si chiede che fine farà tutta quella roba 
perché tutti sanno che quelle ceste esprimono qualcosa
di semplice, ma difficilmente rappresentabile:
il desiderio d’incontrarsi con Gesù!

e mentre, facendo un passo indietro,
consideriamo l’effetto estetico generale,
con il cuore cerchiamo di capire
in quale dei personaggi vogliamo immedesimarci,
perché anche noi siamo alla ricerca del volto bambino di Dio;
della sua umile tenerezza …

I pupi nel presepe hanno strade ben tracciate,
camminassero, giungerebbero alla grotta,
attraversando ponti e scalinate,
ma, in fondo, abbastanza agevolmente,
e adorerebbero Gesù,
facilmente distinguibile dalla povertà della grotta,
dalla stella che, con luce intermittente,
indica inequivocabilmente quale dei bambini è il Figlio di Dio.

Nel presepe tutto è bello, chiaro, senza ambiguità;
specialmente i pupi sono tutti buoni …
tra i monti di carta e le case di gesso
non c’è posto per i cattivi …

Nella vita reale tutto è più difficile:
quale strada prendere per incontrarmi con Gesù?
Come riconoscerlo?
Gesù sarà un bambino che piange perché abbandonato dalla madre,
o una madre che piange perché abbandonata di suoi figli?
È un operaio che con il lavoro delle mani o delle braccia
porta il pane a casa,
o un povero che non lavora, non ha casa
e con braccia cadenti e mani tese chiede un po’ di pane?
Ma specialmente, ci sono tanti cattivi nella vita di ogni giorno
che ostacolano il cammino seminando odio, calunnie
e il dubbio che rode come tarlo:
i buoni sono veramente buoni, o sono dei cattivi più sofisticati?
E i poveri? Non sono per caso delle persone
che della povertà hanno fatto mestiere e professione?

E io …
non riesco più a trovar Gesù … 
non riesco a trovare neppure la strada della grotta …

Mostrami il tuo volto, Signore!
Vienimi incontro: son disorientato.
O almeno spianami il cammino
perché possa scorgere il dolce tuo sorriso;
la luce dei tuoi occhi!

Ma forse questo modo di pensare non è giusto …
o almeno, c’è qualcosa che non quadra:
se tutti andiamo, a torto o a ragione,
con buoni propositi o cattivi,
alla ricerca di Gesù,
non potrebbe accadere di girare in tondo?
Ci inoltreremmo probabilmente nei contorti itinerari
delle tante esperienze di noi uomini.

Ci troveremmo davanti l’ambiguità della vita
e i problemi, le sofferenze,
che da anni, da secoli, attendono risposta.

Facciamo a rovescio!

Nel nostro “presepe” quotidiano,
non mettiamoci nei panni dei pastori
o degli altri pupi che, gioiosamente, vanno alla capanna;
impegniamoci ad essere noi stessi, invece,
quel Gesù di cui gli altri affannosamente cercano le orme.

Incontriamo una mamma che ha perduto il suo figliolo?
Salutiamola con un sorriso,
per essere per lei presenza di Gesù
che, in questo dramma, le è vicino.
Stringiamo la mano dell’operaio licenziato
e stiamo un momento insieme a lui,
per essere braccia di Gesù
che, di ogni giorno, ci aiuta a portare croce e pena
(Lui, nostro cireneo).
Andiamo incontro a chi ci ha offeso,
a chi ci ha fatto male,
per essere noi segno di Gesù che tutti perdona e accoglie.

Non pensare che così gli altri
avranno trovato la gioia del Natale … a tue spese
e tu, invece, sei rimasto vuoto, a secco …

Guarda bene … guarda dentro …
Gesù è tra le tue mani, nei tuoi passi.

Splende nei tuoi occhi, illumina il tuo volto!

 

 

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